
Frammenti di Tavole
Cuntitt, la Svizzera possibile.
Quel lembo d'Italia incastrato in quel lembo di Svizzera - o viceversa - così simili da confonderli e così diversi da non poterli confondere. I laghi che prospettano panorami interscambiabili come albi di figurine: qui c'è Como qui c'è Lugano, e poi ancora Como e dietro la montagna Lugano. Insomma un complesso mondo fatto di versioni dissimili della stessa canzone, o versioni quasi plagiarie a seconda del punto di vista.
La vettura che ti sbatacchia di qua e di là - se decidi di abbandonare l'autostrada - con squarci di luce abbaglianti o ombre scure scure. Gli spacchi d'acqua a sfavillare, i boschi opachi del tardo autunno ad accompagnarti, una sera di pioggerellina che potrebbe essere Quarto Oggiaro, Monza o Fagnano Olona a scelta: eppure sei in un posto che si chiama Castel San Pietro, guarda caso, ma senza Terme che non è Bologna ma Ticino vero. E se la rigorosa assenza di parcheggi selvaggi ti ricorda dove sei, le stradine strette e gli edifizi antichi in pietra potrebbero essere uno qualsiasi dei paeselli prealpini, lacustri, lombardi o piemontardi.
È lì che si apre l'antica corte che ospita il Cuntitt, Osteria Enoteca. Piccolo conte, una traduzione accettabile.
Il castello che dà origine al toponimo non c'è più, ma la storia ci ricorda che questo luogo è già negli annali medioevali, attorno al dodicesimo secolo: ma la sua vita è assai più antica, la longa manus di Roma arrivava qui e oltre. Territorio agricolo, con tradizionale coltivazione della vite: ben puntuale dunque la vocazione enologica del ristorante guidato da Federico Palladino, che è italiano che più italiano non si può, come a proseguire il continuo susseguirsi di sovrapposizioni e contrapposizioni.
Di svizzero al Cuntitt c'è il garbo dell'accoglienza, la cortesia avvolgente e il gesto misurato, il benessere largo e tranquillo che attraversa la serata. Di italiano c'è la mano, la sapienza, il gusto seducente e l'evidente vocazione alla piacevolezza.
Piatti bellissimi si susseguono, in una teoria che poco si discosta dalle italiche avventure: gli snack, gli antipasti, i primi piatti, le carni e i pesci, e - se vuoi - una pasticceria dai toni decisi. E ci sono momenti di pura gioia, quando lo chef decide di increspare la grazia che pervade la sua cucina con frammenti imprevedibili. E questo deragliare configura per certo i tratti più interessanti.
Trovi il pesce d'acqua dolce, attraversato da freschezze; o la potente pastra fresca ripiena, generosa e opìma; le carni, brillanti di cotture metronomiche; il vegetale, che ha ruoli di co-protagonista tutt'altro che di secondo piano. Delle dolcezze s'è detto, dei formidabili lievitati diciamo ora.
La cantina si guadagna il diritto di comparire nell'insegna, Enoteca non è fuori luogo: sia per la varietà della scelta, sia per la consapevolezza delle selezioni. Il viaggiatore curioso potrà serenamente affidarsi al sommelier che lo guiderà in una scelta ticinese di saggezza.
Il servizio è ritmato, segue l'incedere delle pietanze senza distrazioni, con una qualità importante d'attenzione: non solo alle portate ma anche - e forse sopra tutto - alle persone.
L'addizione non si discosta più di tanto dalle dimensioni italiche, e resta tra le più abbordabili del Cantone. Per chi scrive, con un premio nel rapporto soldi/felicità.
La cucina di Federico Palladino è solida e garbata, predilige l'impaginazione elegante e diserta le sbavature: sa pescare nel territorio con vivacità e guardare oltre l'orizzonte con curiosità. In sintesi, una sosta valevole poco oltre confine, che è quasi casa.
Osteria Enoteca Cuntitt
Via alla Chiesa 8, 6874 Castel San Pietro, Svizzera
Tel. +41 91 223 68 74
Web: https://cuntitt.ch/

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