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Don Abbondio, ma di tutt'altra pasta

Don Abbondio, personaggio tra i più vituperati: disegnato dal Gran Lombardo a posta che ognun lo stigmatizzi e biasimi ad ogni piè sospinto. Eppure eccolo qui campeggiare suul'archivolto dell'Osteria affatto titubante nella forma e nella sostanza. Dunque passando dalle parti del formidabile complesso museale San Domenico di Forlì verrà la voglia di appiedarsi qui nella casa di Simone Zoli per varii motivi. Il primo, che avrai concrete manifestazioni di felicità al tuo palesarti, quasi che senza di te la giornata non svoltasse. Poi: mangerai mangiari comprensibili, a volte acchiappanti, a volte fotografie di una intera cultura culinaria, come i passatelli asciutti o i "basotti". Un menu piccolo che si scorre - e si introietta - in pochi istanti, per lasciare ampio spazio al convivio. Infine: per la scelta di vini e vinelli, tra i quali potrai evoluire in autonomia o farti guidare dalle capaci mani di Simone, appassionato e conoscitore, con quella "e" che non è messa lì per caso ma ha un suo valore aggiunto. Amare senza conoscere infatti, non è ancora sapere.

Una sosta decompressa e satollante, che ragala chiacchiere incontri e momenti come non se ricordavano più da tempo, facce note e meno note, e sorrisi ancora nascosti dalle mascherine ma perbacco, tracimano dall'orlo.