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Amerigo e la fusione fredda

Finalmente, arrancando sulla stradetta che si inerpica sulle prime falde dell'Appennino, giungo nella ridente località di Savigno. Ne sento parlare dal 1882, di questa "trattoria": sempre con il seguito di superfetazioni filologiche su quanto una trattoria possa esserlo fino in fondo se ha lo stellone pneus appeso alla porta, o se si può chiamare ristorante, o trattoria moderna, o evoluta, o non so.

L'ansia classificatoria è un'urgenza che non m'innamora anzi mi urtìca: mi fa venire in mente quell'anno che alla Ferrari si dibatteva se il regolatore della benzina si dovesse chiamare "consumìmetro" o "consumòmetro" .

Amerigo è lì con la sua vetrina onusta di storia, e quando entri un abbraccio spazio temporale ti avvolge, tiepido e confortevole. Ti menano al tavolo, senza farla lunga ti mostrano il menu ampio e articolato, a tratti verboso. I tavoli sono incastonati nella sala da pranzo al piano terra, le stanze di sopra hanno altro carattere ed altro respiro: altro intenso come diverso. Ti senti proprio a tuo agio, da Amerigo, che nessuno ti sfinisce con omelie pletoriche nè con liturgie azzimate: ma piovono piatti su piatti, con brevi amorevoli commenti, e le bottiglie dei vini in abbinamento rimangono lì sul tavolo, bevine quanta ne vuoi.

Amerigo ha la forza del gesto e la forza del posto, e la forza del metodo più che del canone: sta aggrappato alla sua Savigno e dintorni e ne trae il meglio. La cucina è comprensibile ed accogliente, ma non si tira indietro di fronte al piccolo virtuosismo o all'esibizione visuale, ma con un senso della misura che è una carezza sul cuore.

La tentazione retorica è disarmante: perchè se c'è un luogo in cui "la tradizione e innovazione nel rispetto del territorio" è vero, è proprio tra queste scansie che sanno d'antico e questa proposizione che sa di nuovo. Le paste, le cotture, i sapori sono aderenti al riferimento locale, ma svinati dall'ossessione rigoristica. Piace il modo libero di vivere la storia e il modo gentile, generoso e senza fronzoli di portarlo a tavola.

Con queste premesse, con questo contenuto così denso e spesso il conto - rotondo - appare perfettamente adeguato, e quando ti sciogli dall'abbraccio di Amerigo hai solo sorrisi.

Nota a margine: le immagini sono un po' balenghe, in quel giorno i rapporti con la fidanzata con l'occhio di vetro erano assai tesi.