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Ziru, le Anfore di Antonella Corda

Ziru, le Anfore di Antonella Corda

L'espressione letterale, "memorabile", si adatta perfettamente al bicchiere di Ziru di cui - appunto - ho memoria. Leggo le note schizzate a mano, ma è violenta l'evocazione della chiarissima personalità di questo Vermentino dai tratti inequivoci.
Molto lontano dalla visione retorica del Vermentino della Sardegna e firmato da un produttore dedicato.
Antonella Corda infatti si dedica ad una viticoltura entusiasta, devota al luogo: Serdiana, poco a Nord di Cagliari, e con una certa spregiudicatezza ne rilegge il canone. Ziru infatti macera, fermenta e poi riposa in anfore da cui prende il nome. Ziru infatti è la giara per conservare olio e vino.

Memorabile dunque, ben prima di indagarne gli aspetti tennici nella letteratura: perchè quel segno di cera d'api è restato incollato al ricordo, come l'oro e l'ottone, come il miele e l'argilla e il rosmarino, e il succo e una lontana senzazione - ancora più della percezione - tropicale. 

Beviamo il '17, pronto ma anche teso ad una lunga parabola di vita: poche centinaia di bottiglie che sono anche una dichiarazione d'amore.