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Aglio, olio, peperoncino

Affrontare le ricette popolari e la tentazione di rivisitarle: con effetti a volte entusiasmanti, a volte deprimenti.

Qui abbiamo provato a fare una "aglio e olio e peperoncino" senza scimmiottare il birignao di Testaccio e ottenerne una versione plausibile, appagante, e che non affossasse le residue speranze di intessere relazioni sociali interessanti.

Abbiamo calato un fascio di spaghettonissimi di Benedetto Cavalieri, cotti per 18 minuti netti. A latere abbiamo scottato 4 spicchi d'aglio di Vessalico fresco pestati con il batticarne in poco olio estravergine. Abbiamo aggiunto il peperoncino jalapeño preso direttamente dal congelatore e l'abbiamo tagliato a listarelle. È una coltivazione a "centimetri zero": l'allevai infatti la passata stagione, e la piantina me ne figliò bizzeffe: unico modo per conservarlo integro, congelatore. Listarelle , si diceva, direttamente nell'olio. Un minuto dopo spengo.


Prelevo gli spaghetti e li passo nella padella con acqua di cottura e inizio a mantecare robustamente. Man mano che l'acqua si rapprende aggiungo olio al porro, ottenuto dal verde del profumato ortaggio. Continuo a saltare lo spaghetto per 5 o 6 minuti, estraendo dallo spaghetto una robusta dose di amido. La crema che si forma è abbondante e la userò a nappare lo spaghetto nel piatto a nido.

Completo con una presa di pane grattugiato brustolito e qualche goccia di detto olio al porro. Bevo vini naturali del Viterbese.